Osteoporosi

Osteoporosi

L’osteoporosi è una rarefazione del tessuto osseo che interessa particolarmente le donne dopo la menopausa. Gli estrogeni costituiscono un importante fattore di freno del processo di decostruzione del tessuto osseo. Sintantoché sono presenti tali ormoni, il continuo alternarsi di decostruzione e di ricostruzione è in sostanziale equilibrio. Già a partire dai 30-35 anni, i processi di decostruzione tendono fisiologicamente a prevalere. Con la menopausa l'equilibrio viene alterato in modo assai più netto, così che nei primi anni post-menopausali si verifica una perdita accelerata e più o meno rilevante di tessuto osseo, cui segue un'ulteriore lenta perdita negli anni successivi. Le donne che, per fattori costituzionali o altro, già prima della menopausa presentano una massa ossea ridotta possono più facilmente andare incontro, nel tempo, a fratture su base osteoporotica (polso, vertebre e, più avanti negli anni, collo del femore). Quando, in presenza di fattori di rischio, la densitometria ossea individui un’osteoporosi, è possibile avviare trattamenti che variano, a seconda dell’età e delle condizioni cliniche della donna, dalle terapie ormonali a farmaci specifici per le ossa.
Questi trattamenti sono in grado di prevenire il peggioramento e, soprattutto, di ridurre il rischio di frattura.


La prevenzione dell'osteoporosi, basata su adeguata nutrizione e una regolare attività fisica, si ottiene soprattutto nei primi decenni di vita. Il tessuto osseo raggiunge il culmine del rafforzamento sul finire dell’adolescenza per gli alti livelli dei “fattori di crescita” (IGF-1) che stimolano la formazione, e per gli ormoni ovarici che frenano la decostruzione. Già a partire dai 18-20 anni l’IGF-1 tende a ridursi per poi decrescere nettamente dai 25 anni, per processi dipendenti dall’età. La sottonutrizione e la magrezza, oltre a bloccare la funzione ovarica (amenorrea), inibiscono i “fattori di crescita”, determinando una perdita che non solo facilita l’osteoporosi postmenopausale ma può anche provocarla già in anni giovanili con rischio di fratture. Ciò può verificarsi nelle amenorree da sottopeso (comprese quelle da eccesso di attività fisica: "Triade delle atlete") e soprattutto nell’anoressia (vedi Progetto Sport, www.prevenzioneanoressia.org).

 Particolarmente penalizzante è l’anoressia iniziata nell’adolescenza, perché si perdono gli anni più favorevoli per il rafforzamento delle ossa. Da notare che la densitometria è opportuna anche nelle giovanissime che usino contraccettivi ormonali quando vi sia pregressa oligo-amenorrea da sottopeso o sia sopravvenuto un netto calo di peso; in effetti tali preparati riducono i fattori di crescita (IGF-1) e per questo possono contrastare le azioni favorevoli estrogeniche sul tessuto osseo.  Invece, la terapia con estrogeni transdermici, privi di azioni sfavorevoli sull’IGF-1, potrebbe essere considerata quando vi sia basso Z-score. Se necessita contraccezione, sono da privilegiare le preparazioni estro-progestiniche a ridotta azione sull’IGF-1. (Nel trattamento dei problemi ossei in età potenzialmente fertile poco o niente spazio hanno i farmaci specifici antiriassorbimento: i bisfosfonati, che si integrano nella matrice ossea per essere rilasciati nell’arco degli anni successivi, sono controindicati per il potenziale rischio teratogeno).


Comunque, il “trattamento” più efficace, e urgente soprattutto nelle adolescenti, è ovviare al deficit energetico con adeguati provvedimenti d’ordine nutrizionistico e eventuale riduzione transitoria dell’impegno fisico.  


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